Il parroco della frazione del Corno di Bussolengo, don Giuseppe Montresor, e la signora Angela Brugnoli hanno istituito una scuola privata per raccogliere i bambini e le bambine che abitano nelle zone Corno, San Vito, Bassona e località vicine appartenenti però al comune di San Massimo.
Poiché secondo la legge scolastica i comuni non sono obbligati a istituire scuole pubbliche se non in presenza di almeno 50 alunni, i due “maestri” chiedono al comune di Bussolengo, nell’aprile del 1877, utensili e attrezzature scolastiche ed un sussidio qualunque per le loro fatiche.
Il consiglio comunale, pur considerando che i due maestri sono sforniti bensì di legale e regolare abilitazione, non così però della cognizione più che sufficiente ad avviare al leggere, allo scrivere ed al far di conti i giovanetti e giovanette che frequentano quelle scuole e inoltre a tenerli lontano dall’ozio e dai vizi ed istruirli dei necessari elementi di moralità e civiltà, decide, prima di assegnare il sussidio, di approfondire l’argomento visto che su 65 alunni (30 maschi e 35 femmine) i due terzi appartengono al comune di San Massimo all’Adige.
Nel 1879 il Consiglio Provinciale Scolastico raccomanda che la scuola in località Corno venga regolarizzata a norma di legge istituendo due scuole (una maschile e una femminile) oppure una scuola mista in collaborazione con il comune di San Massimo e con insegnanti patentati.
Gli amministratori di Bussolengo fanno presente che non sono tenuti a regolarizzare la scuola della frazione in quanto la popolazione scolastica appartenente al Comune non raggiunge il numero sufficiente, ma soprattutto che le finanze non consentono spese per nuove scuole.
Per alcuni anni la scuola mista in località Corno funziona, ma poi, per il mancato pagamento della quota spettante al comune di San Massimo, le lezioni vengono sospese.
Il Provveditore agli Studi ripropone la questione nel 1897, invitando i comuni interessati (Bussolengo e San Massimo) a discutere sulla riapertura della scuola mentre alcuni padri di famiglia, con una petizione, chiedono l’istituzione di una scuola regolare con maestri abilitati. La risposta è sempre la stessa: si accetta di dare un sussidio se il comune di San Massimo fa altrettanto, ma di scuola regolare non se ne parla per mancanza di fondi, ma soprattutto perché il Comune non è tenuto a istituire scuole regolari, mancando il numero legale di alunni.
Resta la convinzione che possa bastare una scuola “irregolare” condotta da persone sufficientemente istruite e capaci di impartire un po’ di istruzione a quella gioventù.
Il problema viene dibattuto più volte dal consiglio comunale e da amministrazioni diverse che però mantengono le stesse posizioni anche di fronte alle insistenze sia del Provveditorato sia del Consiglio Provinciale Scolastico.
Nel 1899 ritorna alla carica il parroco del Corno, don Giuseppe Montresor, con una istanza a nome degli abitanti della frazione per una scuola mista, ma il Comune risponde che non è obbligato e che costituirebbe un pericoloso precedente tale da indurre i “frazionisti” dei Monti e di Ca’ di Capri a richiedere l’istituzione di una scuola nelle rispettive frazioni.
Finalmente la questione sembra risolta quando il Prefetto con un suo decreto istituisce una scuola mista fuori classe in contrada Corno con la nomina d’ufficio di una maestra patentata.
Gli amministratori però non ci stanno a questa imposizione coatta, ribadendo le motivazioni del diniego, e decidono di ricorrere al Governo del Re per l’annullamento del decreto.
Siamo all’inizio del 1900 quando il Ministero della Pubblica Istruzione dà ragione al Comune perché il numero degli alunni necessario per l’istituzione di una scuola deve intendersi appartenenti allo stesso Comune. In frazione Corno rimane la scuola mista irregolare.
Come abbiamo visto la scelta dei maestri è di competenza del consiglio comunale il quale dopo aver bandito il concorso si riunisce in seduta segreta per analizzare i documenti e le “raccomandazioni”.
Le candidate sono: Geltrude Righetti, Clorinda Zucco, Bruna Ebe Girelli, tutte regolarmente patentate.
Geltrude Righetti presenta solo un certificato rilasciato dal comune del Trentino che a parere del presidente (il sindaco Salvatore Zorzi) non parrebbe largo di lodevoli attitudini.
Clorinda Zucco non presenta documenti, ma è raccomandata da diciotto firmatari della contrada Corno e da una istanza del comune di San Massimo presentata da quarantotto persone (la Zucco era la maestra imposta d’ufficio dal Prefetto per la scuola del Corno).
Ebe Girelli ha come referenze un certificato del sindaco di Negarine.
Il Sindaco appoggia la candidatura della Zucco sia perché con tanta fatica e tanti sacrifici, priva di materiale e ricoverata in un locale qualunque già da un anno insegna ai giovanetti della contrada, sia perché bisognosa del sussidio per mantenere se stessa e la madre che vive sulle risorse della figlia.
Viene letto il memoriale prodotto dagli abitanti del Corno e le raccomandazioni scritte del comm. Antonio Cartolari, del parroco di Sant’Eufemia e del rettore di Santa Maria della Scala.
La candidata Geltrude Righetti è invece sostenuta dal consigliere Guarienti il quale da prima tesse gli elogi della sua assistita, che diede prova di qualità morali ineccepibili durante i cinque mesi di supplenza, e poi cerca di ridimensionare le caratteristiche della Zucco: ancorché raccomandata, né nell’istruzione, né nella moralità ebbe a dar prova ineccepibile tanto che nel Comune di Breonio fu costretta a dimettersi per non avere un licenziamento motivato e che le raccomandazioni sia dei parroci che del Comm. Cartolari non possono che essere accolte che in via generica e per quel che possono valere.
Il Sindaco contesta le riflessioni del consigliere Guarienti e aggiunge che quando non si abbia a credere ai parroci e al Comm. Cartolari che con tanto di scritto appoggiano la Zucco, molto meno sono attendibili le verbali dichiarazioni non convalidate da scritti o altra forma.
La povera candidata Bruna Girelli, non avendo “padrini”, viene a trovarsi fuori della discussione. Si arriva alla votazione: la Righetti ottiene 9 voti favorevoli e 3 contrari; la Zucco 3 favorevoli e 6 contrari come la Girelli.
Geltrude Righetti viene nominata maestra della scuola mista irregolare del Corno.
La scuola dei Zamboni.
I ragazzi in età scolare che abitano in località Ca’ di Capri e Zamboni frequentano, a seconda di dove abitano, le scuole del capoluogo oppure le scuole di Sona o Lugagnano che si trovano ad una distanza di circa 3-5 Km dalle abitazioni.
Nell’anno scolastico 1937-38 gli alunni sono 119, un numero sufficiente per giustificare la richiesta dei genitori per la costruzione di una scuola in quella zona. Il Podestà con delibera 5 marzo 1938 chiede l’istituzione di una scuola di Stato comprendente le tre classi inferiori per rendere più agevole la frequenza degli alunni e per andare incontro al desiderio dei genitori preoccupati della sorte dei figli costretti a percorrere lunghi tratti di strada pericolosi.
Il terreno su cui edificare la scuola viene donato dal grande ufficiale Attilio Rossi di Verona il 19 aprile 1929.