Pagina 4 di 7
5. Il documento di imbarco, la sua evoluzione e le storie che racconta.
Ancor prima dell’apertura dell’Isola e nei suoi primi anni, i documenti di imbarco riportavano pochissime informazioni, demandando agli ispettori a terra le verifiche (che quindi erano interminabili).
Piano piano queste informazioni divennero sempre più complete (fino ad un questionario di 29 domande) e quindi le verifiche consistettero sempre più in un controllo di congruità di queste informazioni con quanto dichiarato. Fra l’altro è da notare come, fino all’introduzione della macchina da scrivere (tra il 1915 ed il 1919), gli errori di scrittura, già probabili per la diversità della lingua, erano molto consistenti, rendendo con ciò difficoltosa la ricerca nei data base predisposti dall’organizzazione di Ellis Island. E’ interessante analizzare alcuni di questi manifesti per seguire l’evoluzione delle registrazioni. Il 25 marzo 1891, arrivano a New York (non ancora ad Ellis Island) numerosi emigranti provenienti dal Tyrol.
Piano piano queste informazioni divennero sempre più complete (fino ad un questionario di 29 domande) e quindi le verifiche consistettero sempre più in un controllo di congruità di queste informazioni con quanto dichiarato. Fra l’altro è da notare come, fino all’introduzione della macchina da scrivere (tra il 1915 ed il 1919), gli errori di scrittura, già probabili per la diversità della lingua, erano molto consistenti, rendendo con ciò difficoltosa la ricerca nei data base predisposti dall’organizzazione di Ellis Island. E’ interessante analizzare alcuni di questi manifesti per seguire l’evoluzione delle registrazioni. Il 25 marzo 1891, arrivano a New York (non ancora ad Ellis Island) numerosi emigranti provenienti dal Tyrol.
Guardando bene la lista, si notano, però, cognomi a noi ben noti (di Bussolengo e Pescantina) tutti vicini e dislocati nello stesso scompartimento; è evidente come ci si ricordasse ancora della nostra sottomissione all’Austria, peraltro cessata solo da venticinque anni. Eccoli:
Piccoli Giuseppe, Bonaf(f)ini Giuseppe, Grigoletti Carlo, Ugolini Giovanni, Pinali Candido e Biasi e Zamperini e Bertoldi e Pizzini e Butturini e …. Luigi Varzanelli (Vassanelli), mio nonno che, da altri documenti, sapevo essere arrivato in America appunto nel 1891.
Provengono tutti dal porto belga di Antwerp (Anversa), da cui sono partiti a bordo di un transatlantico di nome Noordland, e tutti con la qualifica di laborer, operaio. Nella dichiarazione della destinazione si parla di New York. Qualche anno dopo ritroviamo alcuni di loro che ritornano in USA (dopo un rientro in Italia), diretti in Pennsylvania in particolare nella zona mineraria nei dintorni di Brockwayville. Probabilmente questo è indice dell’arrivo (tipico dei primi anni) di alcune avanguardie, senza ancora un contratto di lavoro in tasca, che vengono “indirizzati” da procacciatori verso luoghi dove è necessaria manodopera. Queste avanguardie in seguito attireranno amici, parenti, famiglie negli stessi paesi dove hanno trovato lavoro stabile.
I documenti d’imbarco che si trovano ancora per alcuni anni dopo l’apertura di Ellis Island portano sempre pochissime informazioni. C’è la distinzione fra famiglie e individui singoli (forse rispecchiando la divisione nello steerage). Vengono forniti: cognome nome, età (anni e mesi per i bimbi), sesso, lavoro, stato d’origine, posizione nella nave, bagaglio, “immigrant” con un numero progressivo di un qualche registro, se sa leggere e scrivere. In questi anni la destinazione più frequente per i Bussolenghesi è Brockwayville in Pennsylvania. E’ la stazione ferroviaria, non molto distante da Pittsburg, da cui poi i nostri nonni raggiungevano i vari paesi sorti attorno alle miniere. Il porto atlantico di partenza più utilizzato è Le Havre in Francia; si parte da Bussolengo in treno per raggiungerlo e, dopo 10-15 giorni di oceano, si arriva alla sospirata meta! Verso la fine del XIX secolo, l’emigrante, arrivato in America qualche anno prima e titolare di un lavoro, ritorna in Italia per accasarsi e portare con sé, nel paese che lo ospita, moglie e parenti.Ecco che ritroviamo spesso donne sole o con bambini che raggiungono i mariti, o fanciulle che vanno a “trovare” un amico che poco dopo diventa il marito (o lo è già a fronte di un matrimonio per procura).

Già dal 1897, le informazioni richieste sono molto più articolate:
oltre a quelle già note, nome cognome, età, nazione di provenienza, sa leggere e scrivere …, si specificano:
oltre a quelle già note, nome cognome, età, nazione di provenienza, sa leggere e scrivere …, si specificano:
- l’ultima residenza
- di quanti dollari è in possesso
- dove è diretto e se ha un biglietto per raggiungere la meta, e chi glielo ha pagato
- se va a raggiungere qualcuno e se ha un contratto di lavoro (definitivo o solamente promesso)
- se è mai stato in USA
- se è sano di mente, se è zoppo e se ha deformazioni fisiche, se è poligamo
- se è stato in prigione, se è assistito da qualche ente caritativo.
Queste sono le informazioni che alcuni nostri concittadini forniscono il 3 dicembre del 1900, arrivando in America, dopo essere partiti da Le Havre il 24 novembre precedente con il bastimento LA GASCOGNE:
Ritroviamo:
- Barbi Luigia, 45 anni, casalinga, col figlioletto Ugo va a New York a raggiungere il fratello di lei, dotata di 50$,
- Perotti Luciano, 43 anni, operaio, raggiunge il cognato Vassanelli Antonio (?) dotato di 15$.
- Danese Giuseppe, 21, operaio, raggiunge il fratello Angelo, con in tasca 30$. Come Perotti, va a Dagus Mines (vicino a Brockwayville) dove già molti Bussolenghesi erano abitanti.
- Dalla Bernardina Enrico, 19, operaio; va a New York con 33$.
- Dalla Bernardina Enrico, 19, operaio; va a New York con 33$.
Assieme a loro ci sono alcuni provenienti da Rivoli. Fra questi c’è Veronesi Marietta, 20, calzaia, che raggiunge il padre Mariano a Dagus Mines, dotata di 17$. Marietta diventerà la moglie di Clemente Vassanelli, già in quel paese dal 1897 assieme ai suoi fratelli ed a Mariano; probabilmente (è memoria di famiglia) i due si sono sposati per procura. Assieme a Marietta c’è il fratello (forse cugino) Angelo Veronesi. Lo ritroviamo anche nel marzo del 1911 di ritorno dall’Italia; in questa occasione viene indicato come NON IMMIGRANT – ALIEN. E’ il segno che Angelo (e con lui altri tra cui Ferdinando Vassanelli che gli viaggia accanto) è stato naturalizzato cittadino USA.
Il primo manifesto che ho ritrovato battuto a macchina è del 1919; nel periodo della prima guerra mondiale (1914-1918) non ho ritrovato alcun emigrante da Bussolengo.
Prima di chiudere il capitolo, è interessante citare un caso di quarantena. Silvio Vassanelli (25 anni) arriva a New York il 25 gennaio del 1905, con la nave Vaderland partita dal porto belga di Antwerp. Assieme a lui c’è il fratello Luciano; entrambi vanno a raggiungere il cugino Antonio Vassanelli a Riverdale nella Elk County in Pennsylvania. Accanto a Silvio si notano alcuni codici numerici. Questi rimandano (non mi è chiaro come) ad un decreto di quarantena che viene deciso il giorno dopo l’arrivo. Anche se l’interpretazione di questi documenti è oscura, rimane l’emozione di scoprire eventi sicuramente dolorosi per i nostri nonni.
