Pagina 7 di 7
PER FINIRE.
...
... ...
'A morte 'o ssaje ched'è... e una livella.
'Nu rre, 'nu maggistrato, 'nu grand'ommo,
trasenno stu cancello ha fatt'o punto
c'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nimme
tu nun t'he fatto ancora chistu cuntu? (*)
...
... ...
Un riferimento ricercato e voluto questo qui sopra, per rimarcare la divisione sociale che da sempre etichetta gli esseri umani. Nel tempo abbiamo avuto patrizi e plebei; re, vassalli, valvassori e valvassini; conti, marchesi, baroni e servi della gleba; per finire, padroni e operai oggi.
A questo tipo di scala gerarchica si è allineata anche la Chiesa, ritenendo (?) utopistico quanto predicato dal Vangelo. Una scala di valori che non si ferma neanche davanti alla morte.
Muore un ricco? Funerali di prima classe. Per la dipartita di un povero, ecco pronta una celebrazione di terza classe. In mezzo, il funerale di seconda classe.
Nel primo caso, il morto veniva portato in chiesa e al cimitero in pompa magna; il trasporto avveniva grazie ad un grande carro funebre riccamente lavorato e tirato da due o quattro cavalli bardati con gualdrappe di velluto nero e fiocco in testa. In chiesa il cadavere era deposto su un grandioso catafalco di legno coperto da un drappo nero decorato con i simboli cristiani della pace e della resurrezione.
Auru/15
(*) da “ 'A Livella” di Antonio de CURTIS detto TOTO'
- << Indietro
- Avanti