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CHIESA DI SANTA MARIA MAGGIORE
di Bussolengo.
Cenni di storiaLa più antica immagine della chiesa di Santa Maria Maggiore, non grande e con facciata a doppio spiovente, la troviamo nella chiesa di San Rocco: il quinto affresco, sulla parete di sinistra per chi entra, la ritrae tra i santi Rocco e Sebastiano.
Il riscontro è dato da un documento scritto nel 17 maggio 1718 in occasione della visita del vescovo di Verona Carlo Gradenigo.
Tradotto, il documento testimonia l'esistenza in Bussolengo di una chiesa a tre navate, cioè una chiesa come quella che riporta il dipinto di San Rocco e non ad aula unica come è oggi.
Durante il periodo dell'Illuminismo la Chiesa, seguendone il pensiero, non si sottrasse alla moda di distruggere tutto ciò che riteneva inattuale e/o primitivo. Nel veronese non si salvarono centinaia di piccole chiese romaniche o gotiche.
Le parrocchie che potevano permettersi la ricostruzione abbatterono le antiche pievi e ricostruirono chiese di inconfondibile tipologia: ad aula unica, con abbondanza di paraste ad incorniciare i nuovi altari, con timpani a triangoli nelle facciate e negli arconi trionfali come anticipazione del Neoclassicismo che si sarebbe affermato da lì a poco.
Nel Settecento a Bussolengo vengono costruite la chiesa dei Frati (1731) e la chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore (consacrata dal Vescovo Giovanni Morosini il 29 settembre 1774).
Ricostruita, su un'area di metri 30 per 13, ad aula unica, presenta un tetto a botte impostato su un'alta cornice rettilinea che, correndo lungo le quattro pareti, è sorretta da alte paraste terminanti in capitelli di stile ionico. Le pareste incorniciano gli archi a tutto sesto nei quali si aprono i due altari della Madonna Immacolata e del Sacro Cuore. Più alti sono, fino a risultare tangenti alla cornice, l'arcone trionfale nel quale si apre il presbiterio enfatizzato da un timpano triangolare e due arconi laterali contenenti due organi con cantoria.
Una cornice orizzontale più bassa divide le pareti ortogonalmente in spazi rettangolari aperti a nicchie in cui sono le settecentesche statue di San Petro e San Paolo e i quattro Evangelisti; queste statue, come il bassorilievo dell'Ottocento della facciata, hanno uno scarso valore artistico e sono opera diligente di artigiani locali.
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