Un don Rodrigo di nome Catullo.
Catullo, è uno dei più grandi poeti lirici latini. E' incredibile come, a fronte degli elementi storici, si sia formata una leggenda popolare che sembra non avere niente in comune con essi.
«Catullo — raccontava mia nonna — era vissuto ai tempi dei reatéi (piccoli re? tirannelli? signorotti?) e, come ogni reatél, faceva quello che voleva, al di sopra delle leggi civili e dei comandamenti religiosi. Soprattutto egli faceva scomparire le ragazze del luogo che aveva adocchiato e le teneva prigioniere qua e là in luoghi segreti, in grotte, per i suoi capricci.
Catullo aveva terrore delle folgori e perciò, durante i temporali, si rifugiava nella parte più nascosta della sua villa a Sirmione. Ma un giorno, per quanto egli si nascondesse, durante un temporale Dio mandò un fulmine che lo colpì radendo al suolo anche la sua villa».
La leggenda popolare, come si è detto, non si fonda su nessun elemento storico.
Se qualcuno avesse visto l'area archeologica che va sotto il nome di «grotte di Catullo», difficilmente l'avrebbe interpretata in modo corretto, cioè come i resti di una antica domus romana. Con più probabilità, l'avrebbe interpretata come le rovine causate da un terremoto o da un fulmine.
Ancora, nessuno dei narratori e degli ascoltatori sapeva quando fosse vissuto Catullo: egli viene perciò fatto vivere in un 'età di rapporti feudali, quando al signore era possibile condurre una vita di soprusi a danno della povera gente, senza che essa possa opporre i freni della legge.